Chiù forte ‘e ‘na catena


La serata langue, ma non si doveva uscire? Nessuno si fa sentire?
Il telefono è lì, poggiato sul divano, triste e buio, non da segni di vita. Continui a guardare Europe Top 20 su MTV attento a non perderti nemmeno un secondo anche se sai benissimo che quei video li puoi rivedere su youtube quando vuoi e, dopo due o tre passaggi di musica, che quelli che ne sanno di musica schifano perché commerciale, ributti uno sguardo sul cellulare e vedi il led di notifica che lampeggia.
Qualcosa si muove!
Ti precipiti a visualizzare il testo dell’sms o del messaggio whatsapp e scopri che il mittente è una persona che non ti scrive da tempo, la cosa si fa intrigante: “e cosa vuole questo/a?”. A questo punto leggi il lungo messaggio: “Leggilo bene… sono rimasta a bocca aperta… Dio… destino… piangendo… angelo… fortuna… spedisci questo messaggio ad altre 10 persone che sono nella tua rubrica entro 7 giorni da quando hai ricevuto questo messaggio altrimenti ti succederà la stessa cosa che è successa a… Continua a leggere

Facebook, il regno del “chissenefrega”


Sono iscritto a Facebook sin dagli albori, quando non c’era nemmeno l’interfaccia in italiano, poi da noi arrivò, ed era considerato ancora un fuoco di paglia, ricordo pure che profetizzai su Usenet, l’ambiente dedicato alle discussioni nato insieme ad Internet, che sarebbe durato poco, evidentemente sbagliando.
Nel frattempo è stato Usenet a svuotarsi.
Nel tempo ho impararato che su Facebook si può stare in molti modi, partecipando a diversi livelli: leggendo quello che scrivono gli altri, risparmiando sugli sms con la chat privata (obiettivo che oggi si raggiunge più efficacemente con whatsapp), pubblicizzando la propria attività lavorativa, scrivendo propri pensieri, condividendo quelli di altri, commentando le notizie, tentando di conoscere “gente nuova” e così via. Non partecipare però non ha molto senso, come andare in palestra, pagare la quota, e stare solo a guardare gli altri che si allenano. (Oddio, capita). Continua a leggere